Tassa sui morti multimilionari: piccolo manuale per vincere un’iniziativa giusta

Compito allucinante: vincere la votazione sulla tassa sulle eredità dei megamilionari. Lo sappiamo, il popolo non vota volentieri contro un sogno. E chi di noi non ha il sogno di avere un sacco di soldi da godersi, di darli ai figli e non dare niente allo Stato? Ci provo lo stesso, vi spiego perché questa iniziativa è giusta.

Comincio dicendo una cosa senza vergogna e con una punta di cinismo: meglio andare a prendere i soldi quando uno è morto piuttosto che quando è vivo. Meglio pagare meno imposte sul reddito (vita) e mettere tasse sull’eredità più alte (morte). C’è chi chiama la tassa sull’eredità “tassa sui morti”. È vero.

Anzi, forse è meglio ribadirlo. Ricordo a tutti quelli che hanno paura di rimanere più poveri quando lo Stato gli prenderà i soldi dall’eredità che avranno lasciato: sarete morti! Non potrete più controllare come va il conto! Quindi, prima di tutto, calma e sangue freddo.

Un altro motivo per cui parliamo di una tassa giusta: sarà applicata in modo scalare solo alle eredità nette sopra 2 milioni di franchi (netta vuol dire: togli l’ipoteca, togli i debiti, e togli pure la metà che va alla moglie o al marito rimasto vivo). In totale nemmeno il 2% della popolazione sarà toccato dalla tassa. Proviamo a visualizzarli, immaginiamo una stanza piena con 100 persone. Ora ne facciamo uscire 98 dalla porta. Rimangono in due là dentro. Soli soletti, vero?

Né tu, né io e neppure lui, come il 98% della popolazione, abbiamo 2 milioni netti da lasciare a qualcuno. 2 milioni netti infatti cominciano ad essere già parecchi soldi. È sempre giusto fare una regola che fa stare meglio il 98% del popolo, senza peggiorare il 2% che già sta molto, molto bene. Perché, ricordiamolo, i ricchi con questa tassa non diventano più poveri. Chi lascia i soldi, anzitutto, sarà morto, e non si può essere povero da morto. E i loro figli, bontà loro, nemmeno loro saranno più poveri! I milioni infatti gli piovono dal cielo. Visto che parliamo di prendere una tassa dai 2 milioni in su, non diventano miseri da un giorno all’altro, anzi. Nati dal genitore giusto, gli arrivano comunque tanti milioni in tasca. Una minima parte, a scalare, va allo Stato. Quindi è una tassa giusta.

Questa votazione bisogna vincerla. Ma come?

Prima di tutto bisogna convincere la sinistra. I comunisti sono i primi scettici. Loro diranno che la tassa dai 2 milioni in su è troppo poco. Ma io gli dico: meglio che niente, compagni! Chi troppo vuole nulla stringe.

Poi ci sono i socialisti di destra. Loro diranno che la tassa sull’eredità tocca il risparmio, come si fa a imporla? Ma compagni, non è vero! Andiamo a prendere il 20% a scalare delle eredità nette dai 2 milioni in su, parliamo di straricchi! Solo il 2% della popolazione è toccato. Il-due-per-cento.

Poi ci sono i socialisti straricchi (pochissimi, ma è vero, alcuni ci sono). Loro avranno la possibilità di far capire al mondo se sono socialisti sul serio. Ci riusciranno?

Convinta la prateria di sinistra, bisogna andare dalla Lega. Un’altra scalata. Il primo problema è che i colonnelli leghisti sono milionari. Quindi l’iniziativa tocca pure il loro portemonnaie, difficilino convincerli. Rimane però il popolo leghista, altra pasta.

A loro chiedo, con molta sincerità: perché sono d’accordo che i figli dei ricchi signori hanno il diritto di tenersi tutto, quando la gente normale non arriva a fine mese? Soprattutto sapendo che i milionari sono proprio quelli che possiedono i palazzi, tengono alti gli affitti, ma che alla fine pagano di cassa malati esattamente come tutti gli altri. Se c’era un’anima sociale nella Lega, forse ora è il caso di tirarla fuori.

Coi liberali tutta un’altra storia. Loro stanno con i ricchi per partito preso: sei multimilionario? Alla grande! Per loro quindi bisogna lavorare più a fondo. Ma d’altronde lo sappiamo che uno dei liberali più importanti, Einaudi, ben diceva che la tassa sulle eredità è la più giusta. Lui credeva nel merito, ed è evidente che un figlio di papà che eredita i milioni l’unico merito che ha è essere nato nella famiglia giusta.
Sulla questione “merito” i liberali cominciano a sudare e cominciano a dirsi che forse la tassa sull’eredità è una tassa giusta. Poi però trovano una scusa, nascosta nel loro “complesso della mucca” (ho già spiegato questo complesso: ai liberali non interessa se i ricchi sono persone interessanti che vivono nella nostra società e si integrano con noi. A loro piacciono quando si chiudono nelle megaville, non si fanno vedere e pagano le tasse nei comuni di collina. Insomma, per i liberali i ricchi sono mucche da mungere, non cittadini come tutti gli altri).

Eccoli quindi con la loro critica più forte: “se mettiamo la tassa solo sui morti straricchi, prima di morire quelli scappano e non lasciano i soldi qui. Mentre a noi questi ricchi servono”.

Il ragionamento che fanno è sbagliato. Prima di tutto ricordatevi che la tassa sull’eredità c’è anche all’estero. Quindi prima di andarsene a vivere altrove uno ci pensa una, due, tre volte. In Germania il 30%, in Francia 40%, in Inghilterra 40%, in America si arriva al 45%.

La seconda questione riguarda la nostra sovranità, anche se non so quanto interessi ancora ai liberali. Il popolo svizzero, ha il diritto di decidere su cosa è giusto e cosa è sbagliato mettere o togliere le tasse. E non devono essere gli altri, solo perché straricchi, a dirci cosa fare. I liberali han fatto lo Stato svizzero proprio per avere indipendenza dai potenti. Uno svizzero coerente capisce da solo che la popolazione invecchia a passi da gigante. Per aiutare i nostri anziani (la popolazione invecchia sempre di più) i soldi bisognerà andare a prenderli da qualche parte senza aumentare le tasse sul lavoro e sull’impresa.

E allora i soldi li prendiamo a chi non ne ha più bisogno, ovvero agli straricchi ormai morti. È giusto e tiene conto dei nostri valori e della nostra economia produttiva, quella vera. Vi interessa ancora, quell’economia là?

Filippo Contarini, giurista

pubblicato il 7.10.2014 su vari giornali on line ticinesi

Dopo alcuni giorni il caro Gilles Müller ha scritto a Ticinolibero una risposta a questo articolo, la pubblico qui volentieri (qui il link)

Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS”, un’iniziativa iniqua!

Leggo con amarezza e stupore un articolo palesemente di sinistra relativo alla “tassa sui morti” come viene infelicemente chiamata.

A parte il titolo e il voluto cinismo tristemente pubblicato, colgo la provocazione per puntualizzare alcuni aspetti che riguardano le considerazioni rivolte agli altri partiti politici che, a lettura avvenuta, sembrano tutti quanti delinquere e non considerare seriamente la questione.

Anzitutto facciamo un po’ di chiarezza sul tema centrale. Definiamo l’iniziativa correttamente: “Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS (Riforma dell’imposta sulle successioni)”: subito appare l’acronimo AVS e il discorso ci potrebbe anche stare. Se non che il problema strutturale del 1° pilastro non verrebbe risolto e inoltre il Consiglio federale intende assicurare il futuro finanziamento dell’AVS con altri mezzi nell’ambito della riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020, tutti i pregi e i difetti inclusi.

L’iniziativa, oltre a scombussolare il già delicato ruolo delle competenze in ambito fiscale di Confederazione e Cantoni, porterebbe questi ultimi a ridurre complessivamente le entrate limitando oltremodo la sovranità fiscale cantonale.

L’applicazione di tale iniziativa vedrebbe la condanna del ceto medio e delle imprese, in particolar modo quelle famigliari, col rischio di comprometterne in tal modo l’esistenza, aumentando il tasso di disoccupazione!

Non mi soffermo sulle questioni tecniche, giuridiche o legislative in quanto non mi competono e non ne sarei all’altezza, ma limito i miei ragionamenti a quell’ingrediente che a molti manca, chiamato buon senso, e a quell’evidente insofferenza dimostrata nei confronti di alcuni partiti politici.

Rabbrividisco di fronte a congetture fatte su conti nelle tasche di altri. Non c’è concetto, calcolo, previsione o critica valida che possa in alcun modo giustificare una linea di pensiero simile e non dovremmo nemmeno permettercelo.

Cominciamo a tutelare la sensibilità altrui senza portare macabri discorsi dove sembra quasi che gli iniziativisti aspettino la morte dei milionari per rifocillare le loro tasche e quelle dello stato (non dimentichiamo che tale denaro è già tassato quando il proprietario è in vita: vogliamo una doppia/tripla imposizione?). Poi non dovremmo neppure permetterci di invadere prepotentemente la sfera privata di coloro che per anni hanno capitalizzato denaro, con grandi meriti e non senza enormi sacrifici, con lo scopo di goderselo a buon diritto o di destinarlo agli eredi.

Il merito va premiato e non punito. Quindi, la persona che degnamente è riuscita con ambizione, imprenditorialità, parsimonia e lungimiranza a costruire il suo gruzzoletto, va imperativamente protetta e non salassata; non ha senso prenderla di mira rifugiandosi dietro presunti motivi ambigui e talvolta squallidi…che piovano o non piovano i milioni.

Salvaguardiamo quindi questi patrimoni dei cittadini, senza svilirli con una valanga di imposte ingiuste.

Sono state fatte tristi e sterili illazioni nei confronti dei partiti politici, in particolare del partito liberale radicale, sulla presunta attitudine nel prosciugare senza ritegno il prossimo. Un palese esempio di incoerenza partitica, dove viene prima promossa un’imposta e in seguito si critica il partito “rivale” sulla presunta abilità a spennare i cittadini.

L’autore parla di “complesso della mucca” ed ha ragione: non è attualmente il momento di mungere anche questa fetta di popolazione (già tassata) in maniera spropositata e senza criterio, perderemmo credibilità e attrattiva, minando così la nostra piazza economica e finanziaria!

Ma quando infine si pontifica, asserendo che il partito liberale radicale sia anti democratico, anti governativo e che solo i ricchi comandano, punto e basta, non è affatto corretto! Oltre il fatto che chi sentenzia, sostiene proprio il concetto del “quel che è mio, è mio e quel che è tuo, è mio”, mi sento di affermare che ci troviamo di fronte a una chiara dimostrazione di superficialità nella visione globale del sistema politico svizzero.

Sono quindi costretto a stigmatizzare una scellerata iniziativa con poco credito, tesa ad un’imparziale imposizione e ad un iniquo trattamento.

Ripeto, si sta lavorando sulla riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020, smussando sicuramente qualche angolo di troppo e, perché no, depoliticizzando certi aspetti, ma non andiamo ulteriormente ad erodere la prosperità svizzera.

L’iniziativa non è giusta perché “Giustizia non esiste là ove non vi è libertà” (L. Einaudi).

Gilles Müller, Partito Liberale Radicale