Sarà Zurigo ad ospitare la biennale “Manifesta”

Se ad inizio anno era Mirò e in questi mesi è DADA, in una sorta di continua celebrazione della storia dell’arte, il 2016 artistico di Zurigo sarà in realtà ricordato per un altro avvenimento. Dall’11 giugno al 18 settembre tutta la città sarà coinvolta nella Manifesta, una delle biennali nomadi di arte contemporanea più incisiva degli ultimi due decenni.

La direttrice olandese Hedwig Fijen, donna di polso, è ambiziosa. È arrivata a Zurigo con l’idea di cambiare la città e per prima cosa ha dispiegato le forze intellettuali (un esempio: ha convocato i dottoranti delle università consapevole dell’adagio ora vigente che non c’è arte senza ricerca). La volontà è integrare criticamente le questioni sociali e geopolitiche, analizzando le nozioni di luogo, storia, identità e preoccupazioni urbane vigenti nella cultura contemporanea europea.

È retorica? Non sembra. Il campo-base per l’organizzazione della biennale è inserito negli spazi dell’ex Hochschule der Künste, ora dedicati dalla città ad hotspot creativi e innovativi (vi troviamo ad esempio il Photobastei, che ospiterà lo Swiss Photo Award 2016, la scuola autonoma di Zurigo, varie mostre d’arte pop-up, manifestazioni di discussione sociale, ecc.). Curata dall’artista tedesco Jankowski, il tema della biennale 2016 sarà “What people do for money” (“Cosa fa la gente per soldi”). Tutta la città si metterà in gioco e sarà interessante riscoprire i ricchissimi zurighesi in una (auto)rappresentazione di cui sembra ci sia disperato bisogno.

Filippo Contarini

Pubblicato nella sezione “cultura” del CdT del 5 aprile 2016