Poggi, non siamo tutti coglioni

Donatello Poggi sa parlare in modo chiaro e colorito (vedi questo articolo, nonostante io non sia di Biasca mi sento di doverne parlare). Evidentemente cerca di stare in mezzo alla gente, di tastarle il polso, di parlarci. Rappresenta posizioni ideologiche chiare (come quando tira conclusioni sul patrimonio genetico di una persona), che non sono le mie.

Il movimentista di Biasca però sbaglia quando usa i dati senza controllarli bene bene, affermando addirittura “i dati sono questi e ora ricamateci pure sopra tutto quello che volete”. Sono un giurista, non un sarto. Allora mi limiterò a ragionare con voi, senza ricamare.

I dati di Poggi: nel 2001 a Biasca c’erano 2341 persone attive, di cui 741 stranieri. Nel 2008 c’erano 2450 persone attive, di cui 635 stranieri. Ci sono quindi 106 stranieri attivi in meno. E 215 svizzeri attivi in più.

Ora i dati ve li dò io: la popolazione residente permanente a Biasca nel 2001 contava 5900 persone, nel 2008 erano 5956. Il saldo migratorio in 8 anni è quindi di + 56. Gli svizzeri nel 2001 erano 3690, nel 2008 erano 3834. Il saldo migratorio di svizzeri in 8 anni è quindi di + 144. Gli stranieri nel 2001 erano 2210, nel 2008 erano 2122. Il saldo migratorio degli stranieri è quindi di – 88.
Risultato intermedio della nostra piccola analisi: in otto anni ci sono meno stranieri in totale a Biasca. Perché? Beh, per due semplici motivi: una piccola parte se ne va (in particolare gli anziani), un’altra viene naturalizzata, compensando i nuovi arrivi.

Se poi i dati li vediamo ancora meglio scopriamo che (prendo la tabella più recente, quella del 2009) gli stranieri con più di 60 anni a Biasca sono (percentualmente rispetto al totale di stranieri) meno degli svizzeri sopra i 60 anni (rispetto al totale degli svizzeri). Se sono meno vuol dire che prendono meno pensioni anzianità (come nel resto della Svizzera, vedi qui). Quindi Poggi parla a sproposito. Come a sproposito parla di invalidità, poiché come tutti sanno gli stranieri pagano all’AI più di quanto prendono (vedi qui) e il TF ha indurito la prassi per avere una rendita.

Vediamo un altro dato. Poggi esalta il fatto che ci sono +215 svizzeri attivi in otto anni che lavorano a Biasca. Ma cosa non ci dice? Non ci dice che Biasca ha un tasso di natalità negativo. È un paese che senza immigrazione è condannato allo spopolamento. Intanto però le naturalizzazioni in otto anni sono state 378. E per questo la popolazione svizzera aumenta. Con facilità possiamo dire quindi che in realtà a Biasca ci sono meno stranieri attivi e più svizzeri attivi perché i naturalizzati sono passati dall’altra parte della statistica e l’hanno sostenuta. La cosa che fa più stropicciare gli occhi è che Poggi non si accorge di questo dato.

Quindi in realtà nel suo articolo Donatello Poggi elogia i naturalizzati! Questa è la notizia!

Se poi vediamo dati più ampi ci chiediamo: ma quali usa Poggi? Lui sostiene che in Ticino nel 2008 c’erano 104’649 Svizzeri attivi contro i 99’594 del 2001 e 76’393 stranieri attivi contro 64’026 del 2001. Non so da dove abbia preso questi dati. La tabella T_030202_13C dell’annuario statistico ticinese indica nel 2008 117’400 svizzeri attivi e 47’500 stranieri. Nel 2002 erano 113’200 svizzeri e 44’900 stranieri. La tendenza è quindi molto diversa da quella che sostiene Poggi, non è vero che a livello cantonale le persone attive straniere nel cantone aumentano più di quelle svizzere. Anzi.

Ora, io so già cosa dirà Poggi ammutolito dai dati giusti leggendo questo articolo: “AAAAAAH lo vedi a Biasca ci sono troppi naturalizzati! Questi rigommati ci cambiano il patrimonio genetico!”.

È chiaro, se stretto alle corde cerca di sviare l’attenzione. Invece di parlare di lavoro parla di origini nazionali. E di solito ne parla con toni definitivi e minacciosi. Senza nessun riguardo per le persone e per la loro dignità Se invece parlasse di lavoro noterebbe, come dicono i dati che persino lui utilizza, che i naturalizzati aiutano l’economia locale. Un mio buon avversario liberale, Rocco Cattaneo, ripeteva una frase molto bella: “dovremmo essere più riconoscenti con coloro che ci aiutano a mantenere il nostro benessere”. E, aggiungo io, ricordandoci che la Svizzera è uno dei Paesi dove è più difficile essere naturalizzati.

A fronte di tutto ciò ho come il dubbio che l’unico a ricamare sui dati, in realtà, sia proprio Donatello Poggi… .

Filippo Contarini, giurista, Porza

Pubblicato su ticinolibero.ch il 14 febbraio 2012