La mia analisi elettorale su Lugano

Da cittadino porzese abitante a Roma quale sono (ma breganzonese nel cuore) mi permetto di scrivere alcune opinioni sulla campagna elettorale che è appena finita a Lugano. Un occhio esterno, una voce per dialogare e dibattere, una semplice opinione in mezzo a tante, senza nessuna pretesa di verità. Non è un testo breve, ogni tanto bisogna scrivere qualche parola in più per essere chiari.

Piccola nota introduttiva

Non è vero che la socialdemocrazia è in crisi. In Francia la sinistra ha vinto, in Germania la sinistra sta vincendo, a Zurigo 7 municipali su 9 sono di sinistra, a Bellinzona la sinistra ha vinto e nel nuovo comune di Terre di Pedemonte la vittoria della sinistra è stata imbarazzante per gli altri partiti.

Purtroppo però ci sono molti compagni stanchi e in molti luoghi la sinistra non è stata in grado di rinnovarsi né di aggiornare la sua analisi. Tra una costina e l’altra il richiamo a fare un po’ di populismo ci ha un po’ confusi. La socialdemocrazia dovrebbe però risollevarsi intimamente e riprendersi il suo posto d’avanguardia culturale a sinistra.

Cominciamo dai risultati

Il Partito Socialista ha mantenuto il suo municipale, ma è passato disastrosamente da 10 consiglieri comunali a 7, di cui nessun giovane (come ho già scritto varie volte qua e altrove, considero i giovani solo fino ai 30 anni) e quattro over 50. Percentuale voti (con PC): M 14.07, CC 14.42 (2008 senza PC: M 17, CC 16.14)

Il Partito Comunista è passato da 0 a 2 consiglieri comunali, facendosi strada in modo dirompente con un giovane e un adulto, candidati nelle liste socialiste. Percentuale voti: come PS (2008: M 1.47, CC 1.42)

I verdi hanno aumentato la loro presenza da 2 a 3 membri, di cui uno era forte capolista per il partito comunista 5 anni fa, un altro è il suo giovane figlio. Percentuale voti: CC 5.15 (2008: M 2.34, CC 3.92)

I democristiani hanno mantenuto il municipale della peppatencia (il PVP è stata una loro croce), ma hanno perso 2 consiglieri comunali, fermandosi a 9. Stimolante il nome della loro lista: PPD+GG, per cui GG sta per generazione giovani, ma nessun giovane è stato eletto, son stati solo confermati i consiglieri uscenti, tutti over 30. Percentuale voti: M 13.30, CC 15.26 (2008: M 17.96, CC 17.49)

Gli UDC hanno fatto un risultato disastroso, nessun consigliere uscente riconfermato, sono passati da 3 a 2 consiglieri,  una dei due eletti è giovanissima, sconosciuta e mai attiva politicamente, ma con un bel visino spiattellatto su un paio di cartelloni tattici a Lugano. Non è un caso che il presidente sezionale abbia già massacrato la piccola a mezzo stampa. Quindi possiam dire (fino ad ulteriori chiarimenti) che gli udcini sono in realtà presenti con 1 consigliere. Percentuale voti: M 2.09, CC 3.08 (2008: CC 5.32)

I liberali si sono presentati con una lista forte, giocando la carta della massima competizione interna per i posti da gregari, che ha visto bruciatissimi il capogruppo e il presidente del CC. La politica ogni tanto è così: ti prepari per una vita e poi arriva qualcuno che ti frega il posto. Ah, il sindaco eterno ha perso la battaglia elettorale di ben 2’000 voti. Una caterva. Invece di farsi da parte, ammettere la sconfitta e lasciare posto al brillante giovane ha dimostrato da gran maestro come si sta incollati alla cadrega. Evidentemente non solo i socialisti tengono alle poltrone secolari. Risultato finale è 1 municipale perso, 1 consigliere comunale perso, rimasti 19. Percentuale voti: M 33.23, CC 30.26 (2008: M 32.75, CC 32.42)

La lega, che si presentava con una miserrima lista di 35 candidati e con una campagna che diceva solo “è ora” ne ha piazzati la bellezza di 18, con un aumento di 4. Attaccati solo sulla forma e non sulla sostanza, sanno vincere le elezioni senza proporre un tema nuovo che sia uno. Oltre ciò tutti sanno che i leghisti in consiglio comunale sono degli scaldacadreghe, non è un caso che non avessero idea di chi mettere in lista, sono tendenzialmente inutili nelle commissioni, mai propositivi e mai interessati. La lega è un partito verticista, decidono in 3-4, gli altri solo contorno. Eppure vincono e vincono. Interessante. Percentuale voti: M 35.52, CC 30.04 (2008: M 28.47, CC 23.30)

 

Un commento sulla sinistra e i suoi giovani

Nel 2008 la sinistra eleggeva 12 consiglieri comunali: 10 socialisti e 2 verdi. Nel 2013 sono rimasti 12, ma con 3 verdi e 2 comunisti. Nel 2008 la sinistra eleggeva un solo under 30. Nel 2013 il numero è salito a due, un comunista e un verde, figlio di un ex-comunista passato ai verdi (considero i Verdi un partito di sinistra per la loro composizione personale, nonostante ogni tanto facciano delle sparate conservatrici da rimanerci secchi).

Il merito del ringiovanimento nelle istituzioni non è quindi del PS, che su questo fronte latita in modo pesante. D’altronde la Commissione Cerca l’aveva detto in modo chiaro, fra i criteri di selezione per la lista al Municipio c’era spazio per un solo giovane. Punto. Non due.

La paura di bruciarsi come successe con la giovane eletta nel 2008 ha probabilmente fatto tirare il freno a mano, ma la prospettiva era comunque già compromessa: l’assenza di giovani preparati in questi anni ha sicuramente inciso tantissimo. I socialisti si stanno dimostrando assolutamente incapaci di creare una nuova generazione e dovrebbero interrogarsi a fondo su questo. Manca dialogo intergenerazionale. Si è demandata questa attività ai trotzkisti e agli stalinisti, invece di lavorare in casa propria. Alcuni dicono in modo tedioso e ripetitivo che è un problema di posizionamento politico. Io ritengo siano delle balle colossali, ho conosciuto una caterva di giovani socialdemocratici in tutto il cantone, sono loro il sol dell’avvenire! Certo che se ogni volta che ci si avvicina a un giovane c’è un cordone sanitario che pretende di indottrinarli o di impallinarli sin da subito stiamo freschi… Il risultato è che giovani non se ne vedono e i pochi che si vedono sono troppo inesperti e sconosciuti per pensare di fare qualche risultato utile in campagna elettorale.

Sui giovani ho un aneddoto da raccontare: ho dragato le liste elettorali delle ultime elezioni comunali di tutto il cantone. Ho escluso le liste non socialiste, ma rimanevano molte liste con nomi strani, o liste civiche o liste di sinistra con nomi legati al territorio. Ho eliminato dalle liste tutti gli over 30. La scoperta, spiazzante, effettuata con alcuni controlli incrociati: se una lista civica aveva tanti giovani sicuramente non era una lista di sinistra.

Secondo me il ricambio politico e il coinvolgimento dei giovani nelle attività del partito è e deve essere il problema numero 1 nel PS.

A tutto ciò si sommano altri fattori: l’accorpata elettorale con i comunisti in dicembre è stata gestita in modo naif, è stato letto male (anche da parte mia) il loro sostrato elettorale (sono stati completamente latitanti nella politica cittadina per 5 anni, ma avevano grande sostegno di base in valle) quindi invece di creare un risultato win-win è stato creato un risultato lose-win (certo non per colpa loro, che han giocato bene e correttamente); lo spettacolo dei candidati che si sbranano fra loro potrebbe segnalare una mancata partecipazione di base nella strutturazione delle liste: secondo me bisognava bloccare sul nascere affermazioni del tipo “a Cadro si fanno le primarie” (le primarie si fanno solo per i candidati presidenti di diverse fazioni) e parimenti si sarebbe potuto segnalare pubblicamente una procedura di selezione interna partecipata; i giornalisti che hanno potuto fare il bello e il brutto tempo usando il partito come punching-ball non sono stati fermati da nessuna autorità super-partes.

Infine la campagna elettorale vera e propria, che io come ho detto ho potuto vivere solo come osservatore esterno. Mi pare non abbia parlato con quella fetta di popolazione che non ha bisogno del salario minimo a 4’000 chf ma che ha una paura boia di vedersi ridotto il potere d’acquisto. Quei tanti cittadini-elettori a cui bisogna dare una speranza e che invece dal PS ricevono quasi solo risposte contraddittorie perché al suo interno non c’è nessuna visione concordata.

D’altronde il PS fa da anni una guerra ideologica e moralista al settore bancario. Come poter prendere i voti in una città come Lugano, dove tantissimi fuoriusciti sono del settore finanziario oppure direttamente legati all’indotto del settore finanziario? Poteva bastare cercare qualche voto facendo da trenino ai tavolini degli altri? Insomma, il PS in campagna elettorale invece di fare “comunicati di guerra” spiegando come si salva la salute psicologica della popolazione duramente colpita da un calo di occupazione e di benessere, ha cominciato a chiedersi quali fossero i problemi da sollevare. Specchio di una questione irrisolta anche a livello cantonale, che disorienta costantemente gli elettori.

Ci sono comunque dei punti positivi, ovvero la capacità di far eleggere nella sinistra rappresentanti di tanti quartieri diversi, che vuol dire che il messaggio è sparso sul territorio e su questo si può ripartire. Va inoltre detto che i compagni di lista comunisti hanno lavorato in modo interessante, nel senso che si sono posti internamente le domande (giuste) e hanno poi comunicato risposte (sbagliate) unite e coerenti con la loro idea. Qui probabilmente possiamo imparare qualcosa, senza per questo dover tornare al centralismo democratico.

In breve gli altri partiti

PPD: Oltre al PVP pagano una politica tutta volta al mendrisiotto. A Lugano sono stati inesistenti per 5 anni, in campagna non han proposto niente, han bloccato le cadreghe in Consiglio nonostante l’arrivo delle valli, l’hanno pagata cara.

I Verdi: nonostante le pessime parole sullo sport nazionale sono riusciti ad aumentare la loro compagine in consiglio comunale. Una certa vicinanza con la lega e l’accoppiata dell’ex-comunista iper-noto in città con il figlio-che-qualche-voto-non-lo-si-può-negare han fatto il resto. Populismo ambientalista a gogo, Joschka Fischer è lontano anni luce.

AreaLiberale: il capo ciellino ha fatto l’inciucio con i vecchi amici liberali 3 giorni prima dell’apertura dei seggi, l’elettorato ha punito gli incolpevoli candidati, che son diventati carne da macello. Mi spiace (solo umanamente, politicamente no, sono pericolosi). Hanno però permesso di soffiare, assieme agli altri, quei pochi voti che servivano al fu partitone per tenersi il trono.

VerdiLiberali: inesistenti

UDC: inesistenti pure loro, ma con un paio di bei faccini e la campagna elettorale forcaiola un paio di deputati (leggi sopra) son riusciti a metterceli lo stesso.

Lega: si parlava dell’effetto Nano, non c’è stato. Un mese e mezzo in politica elettorale è un’era geologica. Un professore universitario ha voluto farsi notare e continuare a parlarne, sbagliando di brutto e dimenticandosi che a) la legge federale prevede espressamente che i defunti rimangano in lista e b) che Berlinguer fu candidato e votato da morto. Insomma la sua superiorità morale su questo punto era palesemente fuori luogo e tutte le digressioni filosofiche che ci si vuole costruire sopra non reggono in chiave elettorale anti-leghista. La lega ha comunque avuto l’effetto Marco. Approfittando (illegalmente, secondo me) della sua posizione predominante di presidente del governo, facendo leva su amicizie importanti nel panorama mediatico e imprenditoriale e infine godendo come un riccio perché nessuno (!) gli ha fatto le pulci sui suoi anni di governo, il candidato di punta leghista è andato come una lettera alla posta svizzera. La campagna anti-frontalieri e pro-segreto bancario della lega han fatto il resto.

Liberali: hanno avuto la piazza finanziaria e immobiliare (nonché un po’ di muratori che non fan mai male) che gli han coperto le spalle per anni. E che ora han alzato i tacchi. Mentre il giovanotto ha battuto i candidati di contorno, secondo me raggiungendo un gran risultato con voti veri della gente normale, i notabili han perso i voti della borghesia che conta, quella che un aperitivo col sindaco e i municipali liberali non si rifiuta mai. Il vento è cambiato, il service club dei banchieri non ha più bisogno dei liberali e i liberali non si sono stracciati le vesti per garantire loro continuità. Il sindaco in carica, che si è dimostrato una macchina da guerra elettorale, aveva già perso tutta la sua autorevolezza politica interna (lui era cofondatore di IdeaLiberale, che negli ultimi due anni si è disintegrata e ha perso tutto quello che c’era da perdere). Ora ha perso anche la sua città. Rimane attaccato al cadreghino, accettando di fare il ruolo da gregario. Non esce dalla stanza dei bottoni, lui che ha visto la sua gente girargli le spalle. Il partito è quello che è, tra tre anni prenderanno un’altra batosta, speriam che il giovane riscatti tutti i giovani degli altri due partiti storici…

 Il ruolo della Valle e la modernità comunicativa

Come una bomba è arrivata, non solo nel PS, la solidarietà trasversale della Valcolla. Proprio pochi giorni priva delle elezioni parlavo con una compagna e ci dicevamo che la campagna elettorale era troppo spostata sulla periferia, che posti come Molino Nuovo erano completamente trascurati e che avremmo perso molto consenso.

Questo è stato molto vero per il partito, ma assolutamente non vero per alcuni candidati. Il voto della Valle è stato compatto, han premiato i loro rappresentanti indipendentemente dal partito, han mostrato a tutti noi come si fa politica di base. Casa per casa, bar per bar, han raccolto il consenso locale. Nel PS questa realtà è stata particolarmente evidente, essendo rimasti fuori alcuni “papabili” ed essendo stati eletti candidati ai più sconosciuti. I “più”, però, erano solo i “più” cittadini e non i “più” vallerani. I cittadini sono spesso un’élite autoreferenziale che non riesce a leggere i movimenti della pancia del territorio. La pancia della Valle voleva dare un segnale forte e lo ha dato.

Una volta di più viene dimostrata l’inutilità dei social media per ottenere consenso, i cari vecchi bar e la cara vecchia televisione sono infinitamente più determinanti. I social media, come dimostrato anche da alcuni esperti, servono solo per organizzare l’attività politica e confrontare le idee politiche per poi essere pronti a colpire nei luoghi di incontro sociale reali. E soprattutto far sì che il passaparola abbia effetto capillare. La Valle ha lavorato negli anni e ci è riuscita.

Va poi detta una cosa particolare che andrà elaborata: la sinistra di Cadro ha costruito il suo consenso sul dissenso, facendo la guerra ai socialisti della città opponendosi come dei draghi all’aggregazione. Questo ha comportato molti voti contro. Ora bisogna dare una decisa sferzata a questi sentimenti, in tre modi: a) non lasciando Cadro, Carona e le valli in mano agli speculatori, b) non bloccando le giuste recriminazioni di evoluzione autonoma richieste fino a prima dell’aggregazione (né super market del territorio, né riserva indiana, insomma), c) integrando gli organi della valle nei partiti cittadini, dando così un segnale forte di accoglienza e di compromesso che possa aiutare a far crescere la città.

 L’alleanza femminile

Finalmente in un cantone in cui le donne contano sempre troppo poco tre candidate dei tre partiti storici hanno deciso di farsi ritrarre assieme (con successiva incazzatura dell’ex donna socialista passata alla lega).

Non era una cosa immorale (sebbene forse bisogna guardare bene bene come si lavora con le panamensi), il cantone è talmente sottorappresentato da un punto di vista di partecipazione femminile che secondo me si è trattato di un’azione lodevole. L’avrei pensato anche se fossi stato un candidato maschio effettivamente svantaggiato da un atteggiamento del genere.

Le donne però devono ricordarsi di essere donne anche quando elette: la politica a favore della parità salariale, della parità dei diritti, del rispetto fra le mura domestiche deve continuare ad essere all’ordine del giorno. Altrimenti l’alleanza sarebbe segnale di un puro fine elettoralistico, che come appartenente di un partito ben distante dai valori borghesi-liberali e dai valori democristiani non potrei accettare.

Ma considerando le persone elette penso che si potrà riporre fiducia in loro.

Il mio ruolo e quello che ho imparato

Io sono stato scrutatore all’assemblea di Cadro, che ha visto la nomina dei primi 7 candidati al Municipio, dove non sono stati detti i numeri della votazione fatta per l’appunto per creare la lista. Continuo a ritenere giusto non aver detto i numeri, anche perché nessuno è salito al pulpito a chiederli pubblicamente. Sono inoltre felice che il partito si sia comportato in modo lineare, eleggendo alla fine in Municipio la candidata che in assemblea aveva preso più voti. Dimostra che c’è una rete sociale dei compagni che si riflette nelle istanze interne al partito, significa quindi che tutto sommato le assemblee tendono ad essere realmente rappresentative. E qua porgo ancora una volta i miei più cari complimenti all’amica compagna neo-municipale di Lugano.

Oltre a ciò ho avuto la fortuna di poter proporre tre giovani al partito di Lugano. Uno era candidato al municipio e al consiglio comunale, gli altri due solo al consiglio comunale.

Ho visto mutare il loro atteggiamento durante i mesi e mi sono un po’ riconosciuto in loro pensando alle mie avventure elettorali degli anni scorsi. Ho cercato di aiutarli scrivendo loro testi, correggendo bozze, rassicurandoli e proponendo loro strategie di comunicazione. Considerando che nessuno dei tre è stato eletto penso che dovrò riconsiderare anche io il mio modo di proporre azione politica.

Ho potuto comunque collezionare molta esperienza nell’ottica della psicologia del candidato e nell’ottica dei movimenti elettorali all’interno del partito. Non ne sono molto fiero, a dire la verità, perché la politica che ho visto è molto più intellettualmente contraddittoria di ciò che avrei potuto immaginarmi.

Ho infine scritto dei pensieri sui svariati temi luganesi, sperando che qualcuno volesse prenderne spunto, non so se sia successo, ma è anche in questo caso stato un esercizio interessante per il futuro.

 F.C.
23.4.2013