Fateci capire – commento a gas.social sulla legge sulla dissimulazione

Quando abbiamo annunciato che era possibile un ricorso al Tribunale federale la prima reazione sollevata è stata quella del Ghiringhelli che ci ha dato degli incompetenti. Poi attaccò frontalmente il ricorso dicendo che “i black bloc ci saranno riconoscenti”. Ora invece ci dà ragione e sostiene che le nostre motivazioni son convincenti.

Quando si legge il Rapporto commissionale di Natalia Ferrara si nota che non c’è mai un confronto con la Costituzione federale, non ci si chiede mai se effettivamente le leggi sulla dissimulazione del volto vadano d’accordo con i nostri diritti svizzeri, in particolare i diritti politici (libertà di opinione e riunione). Noi, al contrario, lo abbiamo detto subito. La deputata Plr oggi ribatte dicendo che la commissione ha lavorato benissimo… Evidentemente al negozio vicino al parlamento avevano finito la cenere da spargersi sul capo.

Nemmeno il Dipartimento di giustizia del solito Gobbi si è degnato di controllare se la legge fosse d’accordo con la Costituzione federale. E questo nonostante l’Assemblea federale avesse detto, nella procedura di garanzia della Costituzione ticinese, che la legge doveva ancora essere sottoposta ad un ulteriore controllo costituzionale (si vedano i verbali del CdSi del 5 marzo 2015 e del CN dell’11 marzo 2015).

Noi siam due giuristi, ci occupiamo dei nostri diritti, non di come costruire il consenso. Ma ci permettiamo di dare uno sguardo sul nostro mondo politico e notiamo una novità che non ci aspettavamo riguardante tutta questa storia della dissimulazione del volto: le liberali Marina Masoni e Olga Cippà sono esaltate dal Guastafeste per essere le rappresentanti del partito liberale nel comitato di iniziativa federale sulla dissimulazione del volto. Quell’iniziativa è la fotocopia della legge ticinese. E proprio come in Ticino viola i nostri diritti costituzionali.

Questi politici di destra dicono sempre che vogliono difendere la nostra cultura. Intanto però si dimenticano dei diritti liberali dei cittadini. Quel che fa strano è che sono stati proprio Ghiringhelli e Wobmann a raccogliere firme andando in giro con donne travestite col burqa sulla pubblica via: sono loro i primi che vedono la necessità di mettersi maschere per fare politica!

Le liberali si sono dimenticate dei diritti liberali e dei diritti economici! I politici si sono dimenticati dei diritti politici!

Fateci capire: siete sicuri che sia il caso di minimizzare quello che è successo con questo ricorso? O sarebbe meglio riconoscere che alle istituzioni in questo Cantone i nostri diritti costituzionali semplicemente non interessano?

Filippo Contarini, Martino Colombo

Pubblicato su gentile richiesta su gas.social il 15.10.2018