Anche secondo me dobbiamo smettere di pagare la Billag

Mi è appena arrivata la Billag. Il canone costa la bellezza di 462.40 CHF all’anno per “nucleo famigliare”. Ultimamente se si vuol continuare a pagarla in 4 tranches bisogna pagare di più, un vero e proprio aumento di questa tassa.

La Billag è un’azienda semi-pubblica, nata nel 1997 dalla mano di Swisscom, ex regia federale ora a proprietà mista. Il suo unico compito è incassare. È infatti lei che va di casa in casa dai cittadini chiedendo il contributo annuale del canone radio e tv.

La Billag è ora un’azienda finita. Il canone, così come strutturato fino ad oggi, è diventato inutile. Nel 1950, quando la televisione era un oggetto per pochi, un vero lusso, probabilmente aveva un senso. Negli anni ’90, periodo in cui tutti potevano avere radio e televisione, ma si poteva anche rinunciarvi, forse aveva ancora un senso. Oggi non più.

Il requisito che stabiliva l’obbligo di pagamento della Billag una volta era il semplice possesso di un televisore con accesso funzionante all’antenna. Se non si voleva pagarla bisognava chiamare i tecnici e farsi piombare la presa dell’antenna. L’idea di base era chiara: l’importante non è se una persona guarda la tele, ma se può guardarla. E così pure per la ricezione radio.

Ora ci si pensi bene: coloro che oggi hanno un accesso a internet possono guardare il telegiornale del giorno sul sito della RSI. Possono aprire Zattoo.com è guardarsi la tele. Possono sentire Rete3 on-line. E oggi praticamente tutti hanno accesso a internet, sia tramite WiFi, sia tramite cellulare. O meglio: è impossibile stabilire se una persona non ha accesso ad internet, è quindi impossibile stabilire se una persona veramente non vuole usare i servizi radiotelevisivi.

La ricezione dei programmi non è quindi più un problema di volontà, non vale più la regola che un potenziale utente decide con facilità di non ricevere il servizio. Ognuno di noi godendo della modernità che ci circonda ha un potenziale accesso al servizio. È per questo che il Consiglio Nazionale il 13 settembre 2011 ha deciso di far passare una mozione per far pagare a tutti il canone radiotelevisivo.

Rimane però il problema Billag. Essa è infatti un’azienda che costa un’enormità di franchi all’anno (TicinoLibero segue l’argomento da tempo). I suoi manager vanno retribuiti “adeguatamente” ed essendo una società semiprivata deve pure produrre utili. Tutti soldi sprecati.

Allora pensiamoci bene: se il canone devono veramente pagarlo tutti sappiamo benissimo che potrebbe essere molto comodo attivare l’efficiente ufficio di tassazione al posto della Billag. Soluzione conveniente e intelligente, quella di far pagare il canone assieme alle tasse! Non per niente anche il sito byebyebillag.ch ne parla.

Bisogna però fare attenzione al messaggio che si trasmette. Questa iniziativa popolare non cambia purtroppo l’idea avuta finora secondo cui tutti devono pagare lo stesso canone. Gli squattrinati studenti in comunità abitativa come le famiglie benestanti. Lo chiamano principio di causalità: paghi ciò che consumi.

A prescindere dal fatto che un servizio radiotelevisivo non si consuma, né si usa, ma si percepisce, c’è un ragionamento pernicioso dietro al principio di causalità. Si rinnega infatti che lo Stato abbia anche un compito di approvvigionamento di base, indipendente dalle capacità economiche di ognuno. E come per le strade e le scuole, e come dovrebbe essere per esempio per la fibra ottica e per il WiFi, questo approvvigionamento lo si paga con le imposte. Ovvero ognuno ne contribuisce per quanto può, né più, né meno.

Anche i servizi radiotelevisivi devono essere compresi in questo approvvigionamento. Soprattutto oggi, periodo in cui nei nuovi media regna la confusione informativa. Periodo in cui la pubblicità sempre meno è prevedibile, e con essa le entrate delle testate informative. Soprattutto in uno Stato come il nostro, in cui la democrazia semi-diretta è un valore di altissimo livello, bisogna poter godere di un servizio radiotelevisivo di altissima qualità.

E quindi se ne approfitti, ora che tutti quanti dovranno pagare il canone: smettiamo di pagare la Billag e garantiamo i servizi radiotelevisivi direttamente con le imposte!

Filippo Contarini, 5 marzo 2012

pubblicato su ticinolibero.ch