A sinistra si mantengono le promesse

Nell’analisi dei risultati elettorali ogni partito deve riflettere attentamente sui suoi risultati, siano essi positivi o negativi. Chi ha perso deve fare una profonda autocritica sui motivi che hanno portato a questa sconfitta. I problemi possono nascondersi su piani diversi: strutturale, comunicativo, contenutistico, personale.

Sarebbe però sbagliato limitarsi a commentare i punti deboli. Se si vuole rialzarsi è infatti necessario capire su quali basi farlo. Ebbene, oggi c’è uno studio che mostra a tutti, politici e cittadini, che una differenza tra partiti di sinistra e gli altri c’è: la coerenza politica.

La Sonntagszeitung ci racconta infatti come Lisa Schädel, politologa dell’università di Berna, abbia studiato il comportamento di voto dei parlamentari svizzeri negli ultimi 8 anni. La studiosa ha poi confrontato i risultati con le dichiarazioni contenute nell’ottimo sito smartvote.ch, cercando di capire quanto effettivamente il dichiarato in campagna elettorale corrisponda a quello che i politici votano poi nella stanza dei bottoni.

Per analizzare i risultati della Schädel è però necessaria una premessa teorica: la politica è un sistema comunicativo finalizzato alla gestione del potere. Ognuno ha un’idea diversa di come questo vada gestito, di cosa sia effettivamente giusto e utile alla popolazione che rappresenta. Lo scopo delle campagne elettorali è quindi quello di presentare le diverse opinioni dei candidati alla popolazione, sostenuti da programmi di partito che rendano ancora più facile la scelta dei politici da inviare al parlamento. In una democrazia è fondamentale conoscere le posizioni dei diversi attori politici, per due motivi. Il primo è che i cittadini interessati possano decidere chi più li rappresenta. Il secondo è che le altre fazioni politiche, conoscendo le argomentazioni avversarie, possono scardinare i discorsi retorici degli altri e mostrare le incongruenze che stanno alla base dei loro discorsi politici.

In questo quadro teorico ben si può capire quindi lo studio della politologa bernese. È infatti riuscita a mostrare che alcune fazioni politiche sono molto più fedeli a quanto detto durante la campagna elettorale rispetto ad altre. In particolare è dimostrato che a livello federale la coerenza politica dei socialisti raggiunge più del 90% delle singole votazioni. È invece drammatica la quota dei partiti di centro, che quindi tradiscono regolarmente l’elettorato. In particolare la maglia nera (nerissima!) ce l’ha il PPD, i cui deputati ogni 100 votazioni in parlamento per ben 26 volte decidono in modo diverso rispetto a ciò che avevano dichiarato in campagna.

È forse qui importante ribadire come questo atteggiamento sia veramente controproducente per la democrazia. Potremmo definire chi non rispetta ciò che ha detto in campagna elettorale una sorta di giocatore che non rispetta il “fair-play”. Un re che ha vergogna di essere snudato dal popolo e che finalmente grazie a questa studiosa è stato smascherato.

Il partito socialista, invece, in questo risulta come detto vincitore. Le soluzioni che propone sono poi portate veramente  in parlamento. Un partito che sulla limpidezza gioca tutte le sue carte e che proprio su questo deve rifondarsi, per recuperare un elettorato evidentemente deluso. Ma soprattutto un partito che deve ricominciare a proporre critica sociale e politica, magari urlando pubblicamente in piazza, durante la sfilata, che il re è effettivamente nudo.

Filippo Contarini, giurista, Porza