Risposta aperta a Lorenzo Quadri sulle leggi sulla dissimulazione del volto

Domenica, caro Lorenzo Quadri, hai definendo “farlocco” il nostro ricorso contro le leggi sulla dissimulazione del volto.

Tu critichi il nostro ricorso perché non sarebbe in linea con una sentenza della Corte europea, che tutela una legge francese. Quadri, oggi, come ieri con Napoleone, la Svizzera deve fare tutto quello che dice la Francia? Ora sei tu il paladino dei tribunali europei? Tu che sei nel gruppo UDC, con il tuo Consigliere di Stato Gobbi che è membro dell’UDC, con Rusconi primo firmatario di un’iniziativa UDC che si chiama “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”? Quell’iniziativa con cui volete togliere l’influsso della Corte europea dei diritti dell’Uomo sulla Svizzera?

Se approfondissi le cose prima di scrivere i tuoi articoli sapresti che noi basiamo il nostro ricorso solo sul diritto svizzero, non su quello europeo. Noi, a differenza tua che giochi all’estero, giochiamo in casa. Aspetta, te lo ricordiamo: la Svizzera ha una Costituzione, voluta e approvata dal 72% del popolo ticinese. È più gente di quella che ha votato le tue leggi sulla dissimulazione del volto. E quindi abbiamo il diritto di chiedere ad un Tribunale federale se quelle tue leggi rispettino la nostra Costituzione svizzera oppure no. Noi ci mettiamo la faccia e copriremo personalmente le spese nel peggiore dei casi.

D’altronde, questo ricorso era stato previsto da vari commissari del parlamento federale quando concedevate una garanzia solo parziale al Ticino (hai ascoltato i dibattiti parlamentari quando la votavi?), siccome non si sapeva ancora se scrivendo le eccezioni al divieto di dissimulazione del volto ci avreste tolto i nostri diritti costituzionali. E infatti alla fine è successo: ci vietate di esprimere le nostre opinioni con una maschera da politico, o da robot, o da Anonymous.

Il problema, Quadri, è che noi parliamo di ideali: di libertà, di fratellanza, di uguaglianza e di democrazia. Queste leggi sulla dissimulazione del volto sono una truffa, limitano i nostri diritti di cittadini ticinesi, mettono in questione le nostre libertà di atei, femministi e militanti progressisti. Quindi ci rivoltiamo, e non abbiamo bisogno di chiedere il permesso a nessun partito: noi vogliamo tutelare la democrazia e basta. Ma probabilmente questo modo di essere cittadini non rientra nella logica dei colonnelli leghisti.

Come ti senti ad aver appoggiato una legge falsa, su cui non hai scritto quello che volevi, violando però i nostri diritti di cittadini ticinesi? Come ti senti a difendere una legge che ci vieta di dire che il re è nudo, che ci vieta di andare davanti al tuo municipio indossando la maschera di un politico? Facciamo tutta questa paura? Perché nelle tue leggi vai contro le azioni politiche pacifiche? Perché tutta questa aggressività contro di noi?

Noi facciamo una battaglia per la non-violenza. Negli ultimi mesi ci sono stati innumerevoli esempi di azioni politiche pacifiche con il volto coperto in Ticino, anche con bambini! Tu le vieti tutte, viva la democrazia! E in fondo chissenefrega se la maschera permette di difendersi dalle repressioni oppure di personificare altre idee, altre persone, altri luoghi, o anche il cittadino-nessuno. Non è teatro, non è nemmeno violenza. È politica, di quella più pura.

Filippo Contarini e Martino Colombo

Pubblicato su gas.social il 17 maggio 2016