Le menzogne della legge sul burka

E finalmente lo ha scritto! Era giorni che lo aspettavamo in pompa magna e alla fine ha dovuto esporsi: “Nessuna eccezione per le turiste in burqa, ma neppure per le manifestazioni politiche”. (cit. Giorgio Ghiringhelli, ticinolive.ch, 7.12.2015).

Queste parole sono la cartina tornasole di quello che vado a dire, nella profonda solitudine purtroppo, da giorni. Ho detto e ripetuto anzitutto tre cose sulla legge contro la dissimulazione del volto:

  1. hanno messo il burka alla legge sul burka (cioè hanno nascosto quello che veramente regolavano)
  2. la legge sul burka non vieta il burka (perché prevede eccezioni per motivi religiosi)
  3. l’unica cosa veramente vietata dalla legge sul burka sono i nostri diritti politici.

Mi son preso gli insulti, mi dicono che faccio una cosa contro il popolo, mi dicono che la mia carriera politica è finita (ma io né la ho, né la voglio avere). Mi hanno detto che sono contro le donne, mi hanno chiesto perché difendo il burka.

Eppure bastava leggere bene quello che scrivevo per capire che no, non faccio una crociata a favore del burka. Né sono contro le donne. Basta leggere bene tutti i materiali a disposizione (che ho raccolto e messo on-line) per capire che non dico niente di eccezionale, ma semplicemente cerco di difendere la nostra democrazia. Democrazia che a tanti non interessa, come dimostrano le parole di Ghiringhelli in un suo (conclusivo, dice lui) scritto sulle mie prese di posizione.

Lui quello che ho scritto lo ha letto invece molto bene e dopo avermi apostrofato come “incompetente” è dovuto tornare cauto sui suoi passi, riconoscendo che davanti al Tribunale federale andrei sul serio a vincere (alla faccia dell’incompetenza!). Ha dovuto addirittura darmi del filo-violento per legittimare le sue idee. Ma chi mi conosce sa bene tre cose. Anzitutto sono un pacifista antiviolento. Sono quindi un ateo femminista. Ed infine non cerco di farmi pubblicità, ma cerco di mettermi a disposizione della causa. Ghiringhelli può inquadrarmi in un suo schema mentale precostituito, ma io non sono come lui vorrebbe io fossi.

La Grande Menzogna della Legge sulla dissimulazione del volto, avvallata incredibilmente e incomprensibilmente dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, consiste nel far credere al popolo di aver votato qualcosa per tutelare i suoi diritti. Mentre in realtà li riduce in modo dispotico! Il tutto avvallato dai cosiddetti liberali nostrani, una volta avanguardia sociale d’Europa.

Ripetiamo due cose, dette anche dalla stessa Corte CEDU e dal nostro parlamento (rapporto Micocci): la Legge sulla dissimulazione del volto non può assolutamente essere interpretata come strumento che garantisce la sicurezza. Quindi non potrà mai e poi mai essere utilizzata contro i black-block o contro gli hooligans. Questo la gente non lo sa e qua sta la truffa più grande di questa legge col burka.

Il motivo di questa inapplicabilità è veramente semplice: la legge è talmente estrema, astratta e sproporzionata che mai potrebbe essere valida in uno stato democratico per evitare che i cittadini siano violenti. Per quei casi ci vogliono leggi molto più precise e legate al rischio concreto di violenze. In alcuni cantoni quelle leggi ci sono (e non funzionano, lo dice il Consiglio Federale, lo si sappia).

La democrazia, a differenza dello Stato di polizia di antico regime, parte dal principio che lo Stato si fida dei suoi cittadini. Quindi vietare la copertura del volto finora è stato possibile solo per grandi manifestazioni politiche, con un alto potenziale di eccitazione degli animi. Ma mai e poi mai qualcuno ha osato vietare l’uso di maschere per le piccole dimostrazioni di piazza, con tre-cinque persone. La legge sulla dissimulazione del volto invece lo vieta! Per chi vuole ho elaborato un piccolo approfondimento giuridico-divulgativo sul mio sito proprio su questo punto.

La strategia è e rimane sempre la stessa: bombe fumogene simboliche. Potremmo quasi dire che in realtà gli unici hooligans sono proprio Ghiringhelli e il parlamento ticinese, che cantano cori da stadio e accendono i bengala. Ma la loro squadra, ovvero la nostra democrazia, intanto perde, e perde, e perde.

Lo ripeto: andate a leggervi i documenti alla base di questa legge e scoprirete che non è applicabile in materia di sicurezza. Poi leggeteli ancora e rendetevi conto che la politica si è dimenticata dei nostri diritti politici di liberi cittadini. Bisogna avere il diritto di fare piccole prese di posizione politiche a volto coperto, le ragioni sono ovvie e democratiche e le ho esposte già in questo articolo.

Filippo Contarini, giurista

pubblicato il 8.12.2015 su ticinotoday.ch e il 9.12.2015 su ticinonews.ch