La Posta regala soldi!

Una settimana fa ho ricevuto, come penso una grande fetta di svizzeri, una lettera della Posta (o meglio, di Postfinance, ma in realtà non c’è differenza, checché ne dicano i furbi) dove viene annunciato l’accredito di 2010 centesimi sul proprio conto deposito. Insomma, la Posta mi comunica tutta felice che mi ha regalato dei soldi!

Penso di poter dire che tutti apprezzino un regalo come questo, insomma dopotutto si tratta di una pizza gratis! Mi pongo però immediatamente delle domande: ma ce n’era veramente bisogno? Cosa si cela dietro quest’operazione? È normale che si regalino soldi?

Dobbiamo purtroppo rispondere con onestà intellettuale: no, non è normale che si regalino soldi, né che abbiamo bisogno di un obolo di 20 franchi sul nostro conto deposito. Al contrario, si tratta qui di una vera azione di propaganda della Posta. Camuffando il regalo come fosse un premio-fedeltà, ci tratta come clienti di una pompa di benzina, desiderosi di avere il regalino a fine mese dopo aver collezionato i bollini. Dimenticandosi che ha un mandato pubblico e un ruolo che non è quello di un’impresa commerciale, né di una banca privata.

La Posta ha oggi evidentemente un problema di legittimazione. Che cerca di risolvere attraverso i più biechi sistemi pubblicitari invece d’osare con una politica aziendale coerente. Voglio ricordare, infatti, che si tratta di un’azienda statale che, nonostante la marea di utili ottenuti ogni anno, continua a chiudere gli sportelli postali nelle regioni periferiche, aumenta il costo dei francobolli, diminuisce la qualità del servizio allungando i tempi di consegna della “posta B”. Non assume personale a sostituire quello andato in pensione.

La direzione della Posta sembra aver smesso di vedere i cittadini come aventi diritto ad un servizio pubblico universale veramente accessibile, siamo diventati tutti clienti stolti, dove 20 franchi e dieci centesimi diventano 2010 centesimi (così sembrano di più), introdotti dalla immancabile frase “una sorpresa per lei!”.

Evidentemente in questo momento la Posta dei soldi non sa che farsene. Per questo li distribuisce a pioggia, indiscriminatamente, a poveri e ricchi, “condividendo con noi il proprio successo”. Ebbene ricordiamo ai manager di quest’azienda, che almeno per l’impegno dei suoi lavoratori è il fiore all’occhiello della qualità e della cultura svizzere, che i soldi si possono usare in altro modo rispetto ad assurdi oboli non richiesti.

La Posta smetta di fare patetica propaganda, ritorni ad essere un servizio universale, offra servizi di base di qualità. Oppure, solo per fare una proposta, usi i soldi in più che si ritrova per investire in alloggi a pigione moderata, facendoci veramente una bella sorpresa.

Filippo Contarini, giurista, Candidato al GC per il PS, Porza