I giurati popolari, i giovani e la politica

La presenza di giudici laici nei processi penali più importanti in Ticino è stata salvata. Il popolo ha deciso, la Costituzione, nonostante la volontà contraria di governo e parlamento, non si cambia.

È necessario però tornare al 9 febbraio per capire la vera portata del voto di ieri sui giurati popolari. E questo lasciando un attimo da parte la politica del diritto e parlando invece di politica giovanile. È infatti il 9 febbraio 2010 la data in cui noi, giovani studenti di Diritto di 26 e 24 anni, abbiamo inoltrato una petizione alla Commissione parlamentare della legislazione chiedendo di non eliminare i giurati dalla Legge sull’organizzazione giudiziaria. Avevamo infatti notato che nessuno aveva speso una parola a questo proposito.vevamo infatti notato che nessuno aveva speso una parola a questo proposito. aarsi.  il  idea per avere pareri a nostro sostegno

Il percorso è stato tortuoso: con la petizione siamo innanzitutto riusciti a farci ascoltare dalla Commissione. In seguito abbiamo redatto un rapporto di minoranza, portato avanti da alcuni commissari e da Boris Bignasca (24 anni) davanti a tutto il Parlamento. Prima del voto ha anche voluto sentirci il presidente del governo, cui abbiamo personalmente nuovamente esposto la nostra idea. Il Parlamento non ha votato per noi, ma un autorevole deputato radicale (e vogliamo credere sia stato stuzzicato proprio dai nostri movimenti) ha posto la questione di costituzionalità. Ci siamo messi quindi di nuovo all’opera aiutando altri commissari a redigere un documento per evitare la modifica costituzionale. Ed infine abbiamo scritto lettere sui giornali, contribuito a creare a favore dei giurati un comitato (i cui membri ringraziamo con tutto il cuore), sentito giudici e giuristi per avere altri pareri a nostro sostegno.

Insomma, abbiamo voluto dimostrare a tutto il Ticino che l’impegno dei giovani in politica è veramente possibile! Ci siamo messi in prima linea a difesa di un’idea e non abbiamo smesso di lottare finchè la decisione finale fosse presa. Questo senza nessuno che ci finanziasse, senza che i nostri partiti ci appoggiassero e soprattutto senza avere promesse di tornaconti personali.

La politica ticinese dovrebbe prendere atto di questo successo – e parliamo del successo della partecipazione dei giovani nel processo legislativo! – e dovrebbe per questo aprirsi al dialogo attivo con chi veramente vuole impegnarsi.

Certo, bisogna capire come integrare veramente i giovani nel discorso politico. Perché ci vuole tempo e volontà per studiare, informarsi, scrivere, tenersi a disposizione per i progetti. Ma siamo sicuri che come noi ci siano tante ragazze e tanti ragazzi pronti ad occuparsi dei temi più svariati con lo spirito e l’irruenza positivi che contraddistinguono i giovani ticinesi.

Chissà che questa votazione non apra una nuova fase della politica ticinese, noi speriamo di sì!

Ares Bernasconi, MLaw, Lugano
Filippo Contarini, BLaw, Porza
Corriere del Ticino, 4 dicembre 2010